Reclamo N° 86375
Gabriele
15 Febbraio 2018
Mi sono trasferito all’attuale domicilio da Settembre 2017.
Il 22 Ottobre sottoscrivo, via web, un contratto di telefonia fissa (ADSL+telefono) con TIM.
A fine Novembre il servizio risulta interrotto. Penso subito a un semplice guasto / problema della linea. Il tecnico venuto per l’attivazione della linea non può fare nulla senza una segnalazione online nel sito dell’azienda fornitrice il servizio. Tale segnalazione guasto mi risulta impossibile da effettuare in quanto il numero telefonico inserito non viene riconosciuto dal sistema.
Ad inizio Dicembre, attraverso più di una chiamata al 187 (risposte diverse da operatori diversi che rispondono dall’Italia o dalla Romania), riesco a riscostruire la vicenda. L’inquilina precedente ha chiuso l’utenza in Settembre 2017 ma successivamente è deceduta; l’erede, il 07 Novembre 2017, invia a Tim una raccomandata in cui chiede nuovamente la chiusura dell’utenza intestata alla signora ma la mancata verifica dell’utenza attiva nello stesso domicilio provoca la chiusura della mia, attivata da appena un mese. Non vi è stata alcuna comunicazione né preavviso, solo silenzio (successivamente risulterà che la chiusura della mia utenza era avvenuta già in data 20 Novembre).
Il 13 Dicembre invio un fax a Telecom (800-000187) chiedendo: la riattivazione della linea alle stesse condizioni economiche accettate con la sottoscrizione; l’indennizzo previsto dall’art. 26 del contratto di fornitura Tim recante la dicitura “Errori di sospensione del servizio”, che prevede un’ indennizzo di 7.80 euro per ogni giorno solare di sospensione indebita della fornitura. Non ricevo risposta. Prima di Natale ricontatto il 187 per avere conferma della ricezione del fax. Ho tale conferma.
Ad inizio Gennaio 2018 ricevo la prima (ed unica) fattura da parte di TIM: 154 Euro. Contesto subito due dei tre costi inseriti in bolletta, accettando solo il terzo, relativo al canone mensile di un servizio che ho comunque utilizzato.
In particolare contesto
- COSTO DISATTIVAZIONE LINEA. L’utenza è stata chiusa il 20/11/2017 senza che facessi alcuna richiesta o che ci fossero le condizioni per l’interruzione del servizio.
Pertanto ritengo che non mi spetti il costo di una disattivazione che non è stata richiesta da me ma da un’altra persona, che non aveva alcun diritto di farlo se non per conto della persona deceduta che rappresentava.
- CONTRIBUTO ATTIVAZIONE LINEA TELEFONICA. L’offerta contrattuale online che ho sottoscritto il 22/10/2017 prevedeva l’ attivazione gratuita della linea in caso di scelta di pagamento tramite addebito su conto corrente bancario. Ho scelto l’opzione della domiciliazione, che avrei potuto attivare successivamente attraverso l’area clienti del sito e avevo a disposizione 90 giorni per comunicare l’IBAN ma, dopo solo un mese, l’utenza è stata chiusa, il numero tolto dal gestionale del sito e con esso la possibilità, da parte mia, di completare la procedura.
Per tale fattura chiamo il 187. Ammettono che vi è stato un errore ma il contenuto del fax del 13/12 contiene più richieste ed è probabile che sia difficilmente gestibile a livello amministrativo. Suggeriscono due reclami distinti, che possano essere così gestiti separatamente.
Il 12 Gennaio invio due reclami distinti via fax, uno per chiedere l’annullamento della fattura, l’altro per segnalare l’ingiustificata e non richiesta interruzione del servizio chiedendo l’indennizzo previsto dal contratto di fornitura. Poiché la fattura è prossima alla scadenza (16 Gennaio), chiamo il 187 per sapere se devo effettuare il pagamento. Mi rispondono che non serve in quanto il reclamo appena inviato ha aperto un contenzioso. Nel frattempo, stanco del prolungamento del disservizio telefonico, provvedo ad attivare la linea con un altro gestore (17 Gennaio).
Il Primo Febbraio ricevo una chiamata direttamente dal 187 in cui mi si comunica che, dei due reclami inviati, quello relativo all’annullamento della fattura è stato accettato ed è stato eseguito lo storno totale della stessa. L’altro reclamo è stato girato probabilmente ad un altro ufficio ed è ancora in fase di valutazione.
L’ 8 Febbraio ricevo per posta il sollecito di pagamento della fattura. La data di invio (26/01/18) è antecedente alla telefonata del 01/02 per cui la accantono.
Il 13 Febbraio ricevo comunicazione, sempre per posta, che si è provveduto a segnalare la mia richiesta del 13/12/17, quella che chiedeva tra le altre cose la riattivazione della linea, al “settore preposto”. Sono trascorsi due mesi da quella comunicazione e solo ora ricevo una risposta scritta.
Il 14 Febbraio contatto il 187 per avere rassicurazione in merito alla fattura e che non vi saranno tentativi di riattivazione della linea con Tim, avendola già attivata con altro gestore. Mi si risponde che una fattura non è mai annullabile ma solamente rimborsabile in un secondo momento. Devo comunque provvedere al pagamento perché è quanto ho accettato sottoscrivendo il contratto di fornitura.
Il 15 Febbraio effettuo il pagamento della fattura.
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