Il pericolo della rabbia

Agostino Macrì
11 Dicembre 2012
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Nei giorni scorsi a Chaplin nello Stato del Connecticut negli USA una donna è stata morsa da un gatto ammalato di rabbia; le autorità sanitarie hanno fatto scattare una allarme per ricercare la signora che sta rischiando la vita. Considerando che la rabbia tra gli animali è ancora presente in molte parti del mondo, è utile considerarne i pericoli e dare delle avvertenze su come prevenirla. La rabbia è una zoonosi, ovvero una malattia infettiva che si può trasmettere dagli animali all’uomo. E’ provocata da un virus che ha un carattere “neurotropo”, ovvero si sviluppa invadendo il sistema nervoso centrale provocando delle lesioni molto gravi che gradualmente portano alla paralisi e poi alla morte dei soggetti ammalati. La paralisi dei muscoli facciali impedisce di bere e gli animali reagiscono alle gravi sofferenze che ne conseguono mordendo chi si avvicina creando delle ferite più o meno estese. Essendo il virus presente nella saliva proprio attraverso la “breccia” provocata dalla ferita riesce a raggiungere il circolo  sanguigno e quindi trasmettere l’infezione. Le possibilità di contrarre la rabbia dal morso di animali ammalati dipende molto dalla profondità delle ferite e dalla quantità di virus con cui si viene a contatto. Ovviamente una ferita molto superficiale e leggera è meno pericolosa di una ferita lacero-contusa. Per la rabbia, come per la maggior parte delle malattie di origine virale, non esistono terapie farmacologiche per cui l’unica possibilità di intervento è quello prevenirne la diffusione negli animali e di intervenire tempestivamente nei casi in cui delle persone dovessero essere morse da animali ammalati. A seguito della morsicatura gli interventi da fare sono: 1)  lavare e disinfettare abbondantemente la ferita cercando di asportare nel modo più completo possibile la saliva dell’animale morsicatore; 2)  rivolgersi ad un Centro antirabbico o ad una struttura di Pronto soccorso medico; 3)  sottoporsi ad interventi preventivi con un vaccino e con degli anticorpi antirabbici (questi interventi debbono essere fatti da medici). Nel nostro Paese la rabbia è scomparsa da circa trenta anni grazie a massicci interventi vaccinali sui cani ed i gatti che avevano un proprietario, ma anche sugli animali selvatici ed in particolare le volpi. In particolare la vaccinazione antirabbica è stata resa obbligatoria per cui ogni animale di proprietà deve avere una certificazione che ne attesti l’esecuzione; per gli animali selvatici c’è stata a suo tempo la somministrazione di esche contenenti il vaccino che sono state diffuse in abbondanza sulle zone dove esisteva il pericolo della presenza della malattia. I risultati sono stati ottimi ed al momento attuale non risulta che in Italia ci siano animali ammalati. Una situazione simile si ha anche in altri paesi dell’Unione Europea. Nel mondo esistono però delle zone in cui la malattia è molto diffusa ed ogni anno provoca la morte di decine di migliaia di persone. Del problema non è indenne neanche l’Europa ove si consideri che la rabbia, pur in modo limitato, è presente in alcuni Paesi balcanici ed anche baltici. In Italia ci sono dei focolai della malattia nel nord-est soprattutto tra gli animali selvatici per cui la raccomandazione è quella di vaccinare regolarmente i propri animali e di seguire scrupolosamente le indicazioni fornite dai medici veterinari. Il problema riguarda anche le persone che per motivi di turismo o di lavoro si recano in paesi dove la rabbia è presente. In questi casi le raccomandazioni sono: 1)    informarsi della situazione sanitaria del paese in cui si intende andare; 2)    se ci si reca in un paese a rischio evitare di entrare in contatto con cani e gatti randagi o di cui non si conoscono i proprietari; 3)    nel caso si venisse morsi cercare di individuare l’animale morsicatore per capire se è stato vaccinato o meno o se ha i sintomi della rabbia; 4)    ricorrere tempestivamente alle cure dei sanitari locali; 5)    al ritorno in Italia rivolgersi alle strutture sanitarie italiane (Centri antirabbici o strutture ospedaliere). Nel caso di insufficienza dei servizi sanitari del paese in cui si è stati morsicati potrebbe essere utile rientrare immediatamente in Italia per affidarsi alle nostre strutture. La rabbia è una delle poche malattie che in mancanza di un efficace tempestivo intervento non dà scampo a chi dovesse esserne colpito. Anche se si tratta di una evenienza piuttosto rara per noi italiani è bene sottolinearne la pericolosità e, ove necessario, mettere in atto le precauzioni indicate. (Agostino Macrì)
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