Le sigarette elettroniche: ok per smettere di fumare, ma non diventi una moda

Agostino Macrì
30 Gennaio 2013
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Come è noto, il fumo delle sigarette comporta pericoli inaccettabili per la salute a causa della presenza di nicotina e degli effetti negativi che conseguono alla combustione del tabacco. La nicotina è un alcaloide naturale che agisce sul sistema cardiocircolatorio stimolando la frequenza cardiaca ed aumentando la pressione arteriosa. Ha effetti anche sul sistema nervoso centrale ed agisce (in un primo tempo) come stimolante ed euforizzante e (successivamente) come rilassante ed ansiolitico. Il problema è che, come altre sostanze chimiche, rende dipendenti le persone che ne fanno uso. Inoltre, alcune delle numerose sostanze che vengono prodotte dalla combustione del tabacco sono cancerogene e tra queste si segnalano le nitrosammine, alcuni idrocarburi policiclici aromatici, la formaldeide. La sigaretta elettronica è stata inventata in Cina nel 2003 e proprio i cinesi ne sono i maggiori produttori ed esportatori. Nasce con l’obiettivo di eliminare l’esposizione alle sostanze dannose: consiste essenzialmente in “cartucce” contenenti soluzioni acquose in cui sono disciolte glicerina, glicole propilenico, glicerolo, una grande varietà di aromi e nicotina. Esistono diverse “ricette” e ce ne sono alcune nelle quali la nicotina è addirittura assente. Grazie ad una batteria al litio, si aziona un sistema di riscaldamento elettronico che provoca la “vaporizzazione” della soluzione contenuta nella “cartuccia” e ne permette l’inspirazione. In commercio sono disponibili diversi tipi di sigarette elettroniche, sia ricaricabili sia monouso. Esiste la convinzione diffusa che l’uso della sigaretta elettronica sia un valido strumento per ridurre la dipendenza dal fumo convenzionale del tabacco. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) però afferma che non esistono prove scientifiche che ne dimostrano l’efficacia come metodo di disassuefazione. La stessa OMS ritiene che le sigarette elettroniche non debbano essere trattate come prodotti del tabacco, ma come dispositivi medici o come farmaci. Nonostante l’opinione dell’OMS e le preoccupazioni diffuse, non esiste una regolamentazione univoca: in molti paesi le Autorità sanitarie sono preoccupate per i pericoli che possono derivare dall’uso delle sigarette elettroniche e recentemente il nostro Ministero della Salute si è pronunciato in modo assai cauto (http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1882_allegato.pdf). Negli USA la Food and Drug Administration ritiene che la sigaretta elettronica sia da considerare come prodotto da tabacco, anche se in particolari situazioni viene considerata come prodotto farmaceutico. Alcune Autorità locali americane hanno adottato comunque delle misure per limitare l’accesso ai giovani. In altri paesi (Australia, Canada, Norvegia, Brasile, Cina, Tailandia,Uruguay, Singapore e Turchia) l’uso delle sigarette elettroniche è persino vietato. Da parte sua, l’Unione Europea sta discutendo su una regolamentazione comunitaria e per il momento i vari paesi hanno adottato norme nazionali. In Italia ci sono molti negozi specializzati nella vendita delle sigarette elettroniche ed anche l’acquisto sul web è relativamente semplice. Si ricorda però che esiste una ordinanza del Ministero della Salute del 4.11.2011, reiterata il 28.9.2012, che sancisce il divieto di acquisto di quelle contenenti nicotina, da parte dei minori di anni sedici. Attualmente la situazione è molto confusa: da una parte ci sono i venditori delle sigarette elettroniche che, per ovvi interessi commerciali, ne caldeggiano l’uso come alternativa “benefica” a quelle tradizionali. Dall’altra, ci sono le Autorità sanitarie che hanno molte perplessità sulla loro sicurezza e ritengono che non sono uno strumento utile per eliminare l’abitudine al fumo. In mezzo ci sono i consumatori che vengono chiamati a fare delle scelte che possono condizionare la loro salute. Ecco allora che sarebbe meglio smettere di fumare le sigarette “convenzionali” e di non cominciare a fumare quelle elettroniche. Sono però cose facili a dirsi, ma estremamente difficili da attuare in quanto non tutti hanno la forza di prendere delle drastiche decisioni in tal senso. Basti pensare alle informazioni sui danni del fumo pubblicate sui pacchetti delle sigarette (ed anche alla consapevolezza che hanno gli stessi fumatori) che non sempre hanno avuto gli effetti sperati. La sigaretta elettronica sembra essere un palliativo di scarsa utilità; in ogni caso chi ne volesse fare uso deve essere correttamente informato che, se vogliamo parlare di reali “benefici”, questi sono veramente modesti se non del tutto assenti. Non è però escluso che una utilizzazione temporanea con finalità terapeutiche, nell’ambito di un programma educativo per eliminare il vizio del fumo sia utile. Infatti esistono numerose segnalazioni di persone che, a seguito dell’uso della sigaretta elettronica, sono riuscite a smettere di fumare. Per ottenere migliori risultati, si consiglia di consultare un medico (e forse anche uno psicologo) oppure uno dei tanti centri antifumo esistenti, capaci di guidare il fumatore ad un graduale abbandono della sigaretta, sia essa convenzionale che elettronica. (Agostino Macrì)
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