L’infezione causata dall’escherichia coli

Agostino Macrì
4 Settembre 2013
Condividi su
All’inizio dl mesi di agosto 2013 in  Puglia si è verificato un significativo aumento di casi di infezione causati da Escherichia coli patogeni ed in particolare si sono accertatati 18 casi di cui 17 con complicazioni renali. Si è quindi verificato un focolaio epidemico sul quale si sta intervenendo sia curando le persone ammalate, sia, e soprattutto, cercando di individuare e rimuovere le cause dello stesso focolaio. Appare utile accennare al fatto che gli Escherichia coli sono dei batteri molto diffusi; sono presenti anche nell’intestino umano in grande quantità esercitando una azione benefica nei processi digestivi. Esistono però dei “ceppi” che esercitano una attività patogena. Tra essi il più noto è l’Escherichia coli O157 che è molto pericoloso in quanto mentre si sviluppa produce una “tossina”  (vericitossina) o (VTEC) che è in grado di aggredire anche i reni e di provocare gravi forme di nefrite, particolarmente pericolose per i bambini, le persone anziane e più in generale quelle in non perfette condizioni di salute. Questo “ceppo” può essere presente nell’intestino dei bovini senza provocare la malattia e può essere “trasferito” anche nel latte durante la mungitura. In questi casi animali sono quindi clinicamente sani e quindi non è possibile identificarli con una comune visita veterinaria. L’unico modo per accertare la “contaminazione” è quello di fare delle analisi di laboratorio che consentono di identificare l’E. coli O157. Ci troviamo quindi davanti ad una malattia a carattere “zoonosico”, ovvero trasmissibile dall’animale all’uomo per via alimentare che prende anche il nome di “tossinfezione alimentare”. L’E. coli O157 può essere presente nell’ambiente e può contaminare le acque ed anche altri tipi di alimenti. Infatti negli ultimi anni si sono verificati numerosi “focolai” della malattia in tutto il mondo che hanno colpito un gran numero di persone e che sono state provocate in gran parte dal consumo di latte crudo, di latticini, di carne poco cotta, ma anche di acqua ritenuta potabile e di alimenti di origine vegetale. La misura preventiva più efficace è quella di rispettare le più elementari norme igieniche ed in particolare di bollire il latte crudo (quello che può essere acquistato dai distributori automatici), di cuocere bene la carne e di lavare accuratamente i vegetali che si mangiano crudi. A proposito della cottura della carne si ricorda che in un primo tempo l’infezione ha preso il nome di “malattia degli hamburger”. Ciò è dovuto al fatto che cuocendo gli hamburger  molto spessi, al loro centro la temperatura che viene raggiunta può essere insufficiente ad uccidere i microrganismi patogeni che, rimanendo vitali, possono provocare la malattia. Il recente “focolaio” sembra riguardare soltanto la Puglia e proprio in questa Regione sono stati intensificati i controlli sulle produzioni alimentari. Da tali controlli risulta che siano stati identificati dei caseifici operanti in non buone condizioni igieniche e questo ha portato alla loro chiusura ed al sequestro di formaggi e latticini da essi prodotti. Si tratta di una ottima misura precauzionale che però non significa che tutti gli alimenti sequestrati siano pericolosi e che la fonte della malattia sia esclusivamente da attribuire ai prodotti lattiero caseari. Come accennato l’ E. coli O157  può annidarsi in diversi alimenti e quindi quello che si può raccomandare è di applicare le norme igieniche sopra indicate e di diffidare dall’acquisto di alimenti “irregolari”. In particolare per i prodotti caseari, soprattutto i latticini, bisogna fare molta attenzione al loro confezionamento ed alle date di scadenza. Questo genere di “contaminazione” degli alimenti può verificarsi in ogni momento e quindi è bene fare sempre molta attenzione al rispetto delle misure igieniche per evitare di andare incontro al pericolo di contrarre delle malattie che possono avere delle conseguenze anche molto serie. Informazioni dettagliate si possono trovare sul sito www.epicentro.iss.it
Condividi su: