In Italia vengono prodotte in un anno circa 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari lungo la filiera agroalimentare italiana, dai campi al consumatore finale, di cui 5,1 milioni divengono spreco. A livello globale la maggior parte dell’eccedenza (57%) viene generata dagli attori economici, nonostante stiano adottando diverse strategie per diminuire gli sprechi e donare il cibo ancora buono, ma anche il consumatore influisce notevolmente sul fenomeno se pensiamo che il 43% degli sprechi avviene tra le mura domestiche.
Il Progetto “All you need is food”, realizzato in partenariato dalla nostra Unione Nazionale Consumatori e U.Di.Con. e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (ai sensi dell’art. 72 DL del 03/07/2017 n.117 e S.M.I., annualità 2018), si propone di porre il consumatore, in particolar modo i giovani consumatori, al centro delle attività, favorendo la conoscenza del tema e una maggiore consapevolezza del ruolo che ognuno di noi svolge nella prevenzione degli sprechi alimentari, stimolando la proposta di soluzioni innovative e creative ed efficaci.
Per raggiungere un ampio pubblico di cittadini e sensibilizzarli sul tema, la nostra associazione ha realizzato numerose iniziative utilizzando diversi canali di comunicazione e un linguaggio il più possibile semplice e moderno.
Vediamo alcune delle iniziative di “All you need is food”!
Ma non solo! L’informazione sugli sprechi è anche video. sono stati, infatti realizzati tre video di diverso taglio per avvicinare anche i più giovani a questa tematica.
Il tema dello spreco è protagonista anche sui social. Unc ha infatti realizzato la seguitissima challenge #cucinasenzasprechi su TikTok alla quale hanno partecipato numerosi creator del popolare social network che si sono sfidati cucinando con i pochi prodotti che avevano nel frigo.
Grazie alle dirette Facebook, inoltre, abbiamo raggiunto un ampio pubblico con i nostri confronti di informazione sui temi dello spreco e la sostenibilità alle quali hanno partecipato alcuni dei più importanti esperti del tema.
Sportello informativo nazionale UNC:
Via Duilio 14 – 00192 ROMA
Tel. 06 / 32600239 Fax 06 / 3234616
Email: [email protected]
(orari di apertura al pubblico 10.00-13.00 e 14.30-16.30)
Autore: Unione Nazionale Consumatori
Data: 1 ottobre 2019
Aggiornamento: 13 aprile 2021
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Succede ancora troppo spesso di trovare esposti sugli scaffali offerte confusionarie o prezzi diversi da quelli che poi vengono effettivamente praticati. Per non dire di quegli sconti annunciati che poi però non sono applicati alla cassa.
Nel mondo che vorrei, mi aspetto più controlli ed effettive sanzioni di queste pratiche scorrette.
7. Più tutela dalle speculazioni
Non ho mai capito perché nel nostro sistema giuridico la vendita sottocosto sia limitata da vincoli molto stringenti, mentre non esiste nessun tetto a rincari e speculazioni. Ora, come dico sempre rispondendo a chi si lamenta sui social, i prezzi purtroppo (o per fortuna) sono liberi e non ho nessuna nostalgia di quando c’erano i «prezzi imposti», ma recentemente ho visto troppe volte approfittare, con intenti speculativi, di eventi eccezionali come guerre e pandemie per far “correre” i prezzi. Andrebbe quindi definita come pratica commerciale scorretta quella di chi approfitta di particolari emergenze per alzare i costi per noi consumatori. Ad oggi, nessuno interviene quando benzinai, pastai, assicuratori o compagnie energetiche aumentano i prezzi in modo abnorme. E non va per niente bene!
10. Stop alle chiamate moleste dei callcenter
Nei miei sogni, infine, le telefonate dei call center si possono fermare, per sempre. Ma per farlo, bisogna avere il coraggio di privare di valore legale i contratti stipulati per telefono.
Se un contratto stipulato per telefono non avesse alcuna validità, nessuno avrebbe più interesse a molestarci. È una proposta che mi addolora, non solo per i lavoratori onesti di quel settore, ma anche pensando che il teleselling potrebbe essere comodo per l’utente. Ma ormai si tratta di un’attività infestata da troppe scorrettezze. Che va arginata ad ogni costo!
9. Più trasparenza nelle etichette
Nel mondo che vorrei, sogno etichette facilmente leggibili. Troppo spesso si vedono (soprattutto nei prodotti alimentari) scritte minuscole, a cominciare dal prezzo per unità di misura (che deve essere scritto più grande), per non dire delle date di scadenza spesso stampate in modo illeggibile.
8. Recesso gratuito per gli abbonamenti
Nel mondo che vorrei, sogno che in caso di recesso anticipato non possa essere addebitato al consumatore alcun corrispettivo da pagare a differenza di quello che accade oggi in Italia dove le penali che erano state abolite dal decreto Bersani sono nel frattempo rientrate dalla finestra. Penso in particolare a quanto accade nei rapporti con le compagnie telefoniche e per gli abbonamenti alle piattaforme di streaming video.
6. Più tutela dalla pubblicità camuffata
Nel mondo che vorrei, la pubblicità (in particolare quella che fanno certi influencer) dovrebbe essere verificata più efficacemente e dovrebbe essere bandita (ma per davvero) per quei consumi ad alto tasso di criticità come il trading online, gioco d’azzardo, per non dire del fumo, anche quello “alternativo”.
Se non facciamo rispettare i divieti vigenti (in materia di gioco e tabacco) avremo responsabilità enormi per l’impatto che questi consumi avranno sulle giovani generazioni.
Stop alle immagini taroccate delle confezioni
Nel mondo che vorrei, sogno che le immagini sulle confezioni dei prodotti siano rispondenti alla realtà.
E non solo quanto all’estetica di un saccottino: vorrei che fosse vietato usare personaggi dei cartoni animati per sedurre i bambini così come immagini per convincere all’acquisto adulti che raccontino un prodotto che non esiste come ad esempio il latte fresco rappresentato sulla confezione di frollini che poi tra i suoi ingredienti ha solo il latte in polvere.
3. Stop alla shrinkflation e all’overpackaging
Nel mondo che vorrei, la shrinkflation e l’overpackaging dovrebbero essere sanzionate efficacemente perché chi restringe il contenuto, sgramma il prodotto, toglie una merendina dalla confezione o un po’ di detersivo dal flacone è sleale nei confronti del consumatore. E sapete dove sta la scorrettezza?
Ve ne parlo spesso su Instagram: è vero che un produttore può decidere autonomamente il formato, ma nel caso voglia togliere qualche grammo, dovrebbe ridurre anche il packaging e non solo per renderlo evidente al consumatori, ma anche per inquinare di meno cosa che non fa usando confezioni sovradimensionate.
In Germania c’è una legge sul «pacco onesto», la vorrei anche da noi: sono vietate confezioni che superino del 30% lo spazio necessario al contenuto che si trova all’interno.
Parola chiave: stop alla shrinkflation e tutela ambientale contro chi spreca il packaging.
2. Stop alle rimodulazioni unilaterali
Nel mondo che vorrei, immagino che quando un operatore di servizi lancia una nuova offerta, la stessa debba restare valida almeno per un certo lasso di tempo, diciamo per i dodici mesi successivi. Oggi invece accade troppo spesso di essere ricontattati solo dopo qualche giorno per una rimodulazione contrattuale. Naturalmente peggiorativa!
Ma come? Prima mi seduci con una offerta allettante e subito dopo cambi le carte in tavola, con conseguente aumento dei costi?
Capisco il libero mercato e la facoltà per i fornitori di rimodulare il contratto lasciando al cliente la possibilità di recedere gratuitamente, ma non basta più: non possiamo mica passare la vita a migrare di qua e di là. E allora se tu impresa lanci un’offerta magari per sbaragliare la concorrenza, dovrai tener ferme quelle condizioni almeno per un anno.
1. Equità nelle disdette contrattuali
Nel mondo che vorrei, deve essere offerta al cliente la possibilità di sciogliersi da un contratto, semplicemente con le stesse modalità con cui lo ha attivato: insomma il contratto è stato fatto al telefono? Il consumatore deve poter dare disdetta al telefono!
Non se ne può più di contratti che si attivano con un «sì» «rubato» da un call center (o con un clic online) e poi ci obbligano alle sette fatiche di Ercole per una disdetta! A me sembra ingiusto: se si attiva con certe modalità si deve poter disdire con lo stesso metodo!
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Bollettino postale sul conto n. 40268005 intestato a Unione Nazionale Consumatori, Via Duilio 13 – 00192 Roma.