Dei semi di albicocca (insieme a quelli di ciliegia) si è parlato spesso per le loro proprietà, ma anche per i rischi, per gli studi sulle loro presunte capacità antitumorali e per il pericolo dovuto al cianuro.
Eppure in alcuni Paesi dell’est Europa e dell’Asia Centrale, e in tempi non recenti anche in Italia, i semi contenuti nel nocciolo (chiamati anche armelline) trovano uso alimentare per il loro valore nutrizionale in quanto contengono circa il 50% di grassi (di cui buona parte insaturi e polinsaturi), il 25% di proteine, l’8% di carboidrati e il 5% di fibra.
Oltre che per il consumo diretto trovano impiego nella pasticceria e anche nella preparazione di liquori insieme alla mandorle grazie al loro sapore amaro, che lascia un piacevole retrogusto in alcune specialità dolciarie come gli amaretti.
Il sapore amaro è dovuto alla amigdalina, che chimicamente appartiene alla famiglia dei glicosidi cianogenetici e che è presente anche nei semi di altre rosacee (pesche, ciliegie, susine, mandorle, ecc.)
Amigdalina e tumori
Studi condotti nel 1920 dal famoso biochimico Krebs e dal figlio, dimostrerebbero che l’amigdalina (chiamata anche vitamina B17) ha una attività antitumorale . Sono stati anche allestiti dei prodotti farmaceutici con il nome di Leatrile, che ha una struttura molto simile all’amigdalina, commercializzati sia per la somministrazione per via orale, sia parenterale.
Anche se non esistono dati scientifici sufficientemente validi per autorizzarne la registrazione e l’autorizzazione all’uso farmacologico contro i tumori, esiste l’ipotesi dei una azione del cianuro nei confronti delle cellule tumorali. I sostenitori dei benefici dell’amigdalina ritengono che la sostanza raggiunga i tessuti ammalati e attacchi le cellule cancerose, provocandone la distruzione.
Per le proprietà nutrizionali e per le supposte proprietà antitumorali le armelline sono richieste da molti consumatori e si trovano anche online.
Nei semi di albicocca c’è il cianuro?
Esiste però il pericolo del cianuro che si può liberare dall’amigdalina. Si tratta di un fenomeno provocato dalla flora batterica intestinale, che riesce a liberare il cianuro e renderlo facilmente assorbibile dalla parete dell’intestino.
Il cianuro è uno dei veleni più potenti che si conoscono: una volta entrato nel circolo sanguigno, in funzione della dose assunta, si possono avere degli effetti anche molto gravi.
Proprio per questo pericolo le Autorità Sanitarie degli USA avevano proibito la commercializzazione delle armelline. Al contrario, alcuni Paesi dell’Est europeo e dell’Asia Centrale hanno un consumo diffuso e sono i principali esportatori.
Considerando che il consumo riguarda anche i cittadini di alcuni Paesi dell’Unione Europea, è stata chiesta all’Autorità Alimentare Europea (EFSA) una valutazione dei rischi correlati all’assunzione di armelline.
Il parere, che non prende in considerazione gli eventuali effetti antitumorali, evidenzia le azioni tossiche derivanti dal consumo delle armelline.
Pericolo nelle dosi eccessive di semi di albicocca
La tossicità è dovuta al legame che il cianuro contrae con i mitocondri, che di fatto impedisce la cessione dell’ossigeno da parte dell’emoglobina dei globuli rossi ai vari tessuti, provocando una anossia cellulare.
Ovviamente piccole quantità non comportano danni rilevanti. In funzione della dose si possono avere mal di testa, nausea, vomito, respirazione affannosa, aumento del battito cardiaco, irrequietezza, debolezza. Si tratta di sintomi che normalmente regrediscono in breve tempo.
Dosi elevate, invece, possono danneggiare seriamente il tessuto nervoso e il cuore e anche provocare la morte.
Sulla base delle informazioni tossicologiche in suo possesso e della quantità di cianuro presente nelle armelline, l’EFSA è giunta alla conclusione che il consumo di 3 semi nelle persone adulte non comporta pericoli.
Per i bambini piccoli non bisognerebbe superare la dose di mezzo seme. Ovviamente si tratta di limiti estremamente prudenziali e il loro rispetto non comporta pericoli.
Le albicocche fanno bene
Il consumo di albicocche è quanto mai raccomandabile in quanto la sua polpa è ricca di vitamine, antiossidanti, sali minerali e fibre.
Il nocciolo è molto duro e il seme non viene assolutamente a contatto con la polpa per cui non esiste pericolo di contaminazione con i cianoglucosidi.
I semi sono commestibili , ma la loro apertura e difficoltosa ed è un deterrente, ma può valere la pena mangiarne qualcuno nei limiti suggeriti dall’EFSA.
Se però si acquistano i semi bisogna essere prudenti e non eccedere e, soprattutto, evitare di lasciarli a disposizione dei bambini. Il consumo deve essere rigorosamente contenuto.