Alimentazione e menopausa: gli integratori sono d’aiuto?

Redazione UNC
17 Settembre 2019
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Gli estrogeni, durante la vita fertile, hanno un ruolo fondamentale nel modificare la sintesi, la liberazione e il metabolismo di numerosi neurotrasmettitori, tra i quali la dopamina e la melatonina. Il decremento dei livelli di estrogeni fino alla menopausa conclamata si accompagna a numerose alterazioni, ad esempio in ambito vasomotorio e urogenitale, o nel sonno, con impatto anche sulla percezione della qualità di vita. In questo contesto, la medicina ha proposto nuovi strumenti di indagine e conoscenza per valutare lo stato di salute della donna e stimare meglio i potenziali benefici di terapie sostitutive. Negli ultimi anni si sono affermati i fitoestrogeni, sostanze che, oltre a rappresentare una buona alternativa alla terapia ormonale sostitutiva, si sono dimostrate in grado di esercitare una spiccata attività antiossidante e antinfiammatoria. Gli integratori che contengono, oltre ai fitoestrogeni, anche la vitamina D e calcio sono indicati nella prevenzione dell’osteoporosi poiché, grazie alla loro azione combinata, sono in grado di aumentare l’assorbimento di calcio a livello intestinale e quindi rendere meno fragile l’osso. L’attenzione delle aziende si è focalizzata su alcuni prodotti come la magnolia e i lattobacilli, che contrastano quanto più possibile i disturbi neurovegetativi, come le vampate, causa di ansia e prostrazione psicologica. L’estratto di magnolia presenta spiccate proprietà tranquillanti e rasserenanti, senza però provocare sonnolenza nelle ore diurne. Inoltre, poiché in post-menopausa l’aumento di peso rappresenta una condizione clinica che interessa molte donne e nella maggior parte dei casi è legato all’ansia, questo circolo vizioso si trasforma in un maggior senso di fame con predilezione per i cibi contenenti carboidrati e zuccheri semplici che danno un senso di appagamento psico-fisico. L’utilizzo di sostanze naturali come i fitoestrogeni rappresenta un ottimo rimedio per questi sintomi e non interferisce con l’apparato genitale e con il rischio di sviluppare un tumore mammario. L’integrazione alla terapia ormonale risulta ancor più utile durante la menopausa e la post-menopausa, quando il decremento cronico dei livelli estrogenici riduce il trofismo vaginale, peggiorando la qualità della vita di relazione. Sotto il profilo anatomico, l’aspetto più importante è la riduzione della superficie dell’ambiente vaginale che spesso conduce a vaginiti acute. In queste condizioni è evidente l’importanza di un intervento che tenda a ristabilire la condizione vaginale tipica della maturità sessuale femminile. La terapia locale a base di estrogeni può essere utile, ma non è facile da far utilizzare alle donne: per questo sono state messe a punto soluzioni più naturali. L’utilizzo della vit. D presente in preparati con lubrificanti vaginali potrebbe avere un effetto protettivo sulla atrofia, così come i preparati a base di fitoestrogeni di soia in associazione a vari tipi di vitamine Inoltre, recentemente, sono stati messi a punto preparati a base di lattobacilli, come il Lactobacillo Plantarum, o in associazione con Lattoferrina in grado di ripristinare un equilibrio in termini di flora vaginale con significativi miglioramenti dei sintomi e prevenzione degli stessi. Per essere aggiornato sul tema Scarica la Guida “L’uso corretto degli integratori” e guarda i video della campagna “LA SFIDA DELL’INFORMAZIONE CORRETTA NELL’ERA DIGITALE”, promossa da consumatori.it con il supporto di Integratori Italia–UIF

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Autore: Prof. Vincenzo de Leo, Dipartimento di Medicina Molecolare e Dello Sviluppo, Sezione di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi di Siena
Data: 17 settembre 2019
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