Lo Spid diventa a pagamento? 

Marcella Mastrobuono
10 Giugno 2025
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Da luglio 2025 lo Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale con cui accediamo ai servizi della Pubblica Amministrazione, diventerà a pagamento per chi aveva scelto di autenticarsi tramite InfoCert o Aruba, i due provider che hanno deciso di far pagare un abbonamento per continuare ad usare il servizio. 

Cosa cambia? 

Già Aruba è passato allo Spid a pagamento nei mesi scorsi: i suoi clienti hanno un anno di servizio gratuito, che passa a 4,90 euro+Iva dal secondo anno in poi. 

L’ultimo provider in ordine di tempo a fare questa scelta è InfoCert, che porterà il suo servizio per lo Spid da gratuito a 5,98 euro Iva inclusa all’anno, dal 28 luglio 2025. 

Il rinnovo del servizio non è automatico: gli utenti dovranno dare esplicitamente il consenso al pagamento per continuare a utilizzare lo Spid di InfoCert. Chi non esprimerà il consenso non si vedrà addebitato nulla ma non potrà più utilizzare il servizio, ormai indispensabile per usufruire di tutti i servizi online delle Pubbliche Amministrazioni. 

Per recedere dal contratto con InfoCert bisogna mandare una PEC o una raccomandata con ricevuta di ritorno. 

Perché lo Spid diventa a pagamento? 

La possibilità di chiedere un pagamento era già prevista dalla convenzione tra l’Agenzia per l’Italia digitale e i provider che offrono lo Spid, che aspettano il finanziamento da 40 milioni di euro, stanziato dal Governo nel 2023, per sostenere i costi di gestione. 

I finanziamenti dovevano coprire i costi di adeguamento tecnologico, ma non sono ancora stati erogati e le convenzioni sono in scadenza. 

InfoCert sostiene che la sua scelta di rendere lo Spid a pagamento è necessaria per garantire la sostenibilità economica del servizio, squilibrato i tra costi sostenuti e i ricavi generati.  

L’impatto della decisione di Aruba e InfoCert 

Chi non accetta di pagare il canone può chiudere il proprio SPID con InfoCert e Aruba e attivarne uno nuovo con un altro provider o munirsi di carta di identità elettronica, l’unica alternativa per autenticarsi presso Agenzia delle Entrate, Inps e Amministrazioni locali.  

È sicuramente un disagio che gli utenti che avevano scelto questi provider dovranno affrontare, ma il cambiamento riguarderà solo una piccola fetta di consumatori.  

Dei quasi 40 milioni di identità digitali attive in Italia, infatti, più del 70% è gestito da Poste Italiane, che al momento resta gratuito. 

Inoltre, il Governo sta cercando di sostituire gradualmente lo Spid con la CIE, la carta d’identità elettronica. 

*Immagine realizzata con AI

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