Mutuo in corso? Così puoi ottenere un finanziamento

Redazione UNC
4 Aprile 2017
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Un acquisto urgente, delle spese non previste, un’opportunità di investimento: sono vari i motivi che possono spingere una persona a cercare di ottenere un finanziamento mentre è ancora impegnata nel saldare le rate di un mutuo. Ma è possibile farlo? Le banche concedono finanziamenti anche a chi ha già un mutuo in corso? E quali sono le opzioni a disposizione del richiedente? Proviamo a fare chiarezza.

In quali casi è possibile ottenere un finanziamento con mutuo in corso?

In generale, se il proprio reddito consente di sostenere una doppia rata mensile (quella del mutuo più quella del prestito), non c’è alcun impedimento alla richiesta di un prestito. Questa valutazione però spetta in ultima analisi alla banca, che esaminando la situazione finanziaria del richiedente sceglie se ritenerlo sufficientemente affidabile per sostenere un doppio finanziamento. In questo senso, potrebbe essere saggio fare la richiesta alla stessa banca che ha erogato il mutuo. L’istituto di credito infatti sarà già a conoscenza della situazione reddituale e creditizia del cliente, e questo potrebbe rendere più semplice l’ottenimento di una risposta positiva. Una banca diversa da quella erogante il mutuo, invece, potrebbe guardare con sospetto alla richiesta di un finanziamento, e nutrire più dubbi sulla capacità di rimborso del richiedente. In ogni caso, ciò che più conta per l’ottenimento di un prestito è sempre l’avere alle spalle una buona storia creditizia. Con questo si intende, prima di tutto, il non aver ricevuto una segnalazione al Crif come cattivo pagatore, in seguito a dei ritardi nei pagamenti o problemi di maggiore entità. Questa condizione esclude a priori la possibilità di accedere ad un prestito. Importante è anche l’assenza nel proprio passato di protesti di cambiali o assegni.

Quali sono le soluzioni alternative?

Per chi ha bisogno di liquidità extra con un mutuo in corso, una buona opzione è rappresentata dalla cessione del quinto dello stipendio. Questa forma di prestito dà alla banca la certezza della restituzione del credito, perché il saldo delle rate viene trattenuto direttamente dal datore di lavoro in busta paga (o dell’ente pensionistico, in caso di cessione del quinto della pensione). La cessione del quinto dello stipendio è possibile per i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato (in misura più ristretta, per quelli a tempo determinato) e per i pensionati. Un’alternativa potrebbe essere sostituire il proprio mutuo,  ovvero aprire un nuovo contratto presso un altro istituto di credito al quale si trasferisce anche il mutuo in corso. Per trovare una soluzione alternativa più conveniente e in linea con l’attuale situazione finanziaria, conviene sempre effettuare il calcolo della rata del muto in modo da avere un’idea dell’importo della nuova rata e valutare se è davvero sostenibile. Oltre ad offrire la possibilità di accedere a delle condizioni più vantaggiose, la sostituzione del mutuo presso la stessa banca consente anche di ottenere della liquidità extra oltre a quella concessa dal contratto di mutuo iniziale. Questa è, in linea teorica, la soluzione ideale per tutti coloro che faticano a saldare le rate del mutuo e, inoltre, avrebbero necessità di una somma di denaro per delle spese urgenti. Bisogna però considerare che la sostituzione implica l’estinzione totale del mutuo originario, a cui bisogna aggiungere le spese legali per la cancellazione dell’ipoteca e, se richieste dalla banca, anche quelle per l’istruttoria e la perizia. Si potrebbe anche optare per un prestito tra privati, magari chiedendo una mano ad un parente o ad un amico. È importante però, soprattutto se la somma prestata è sostanziosa, che l’accordo tra le parti venga formalizzato attraverso una scrittura privata. La legge prevede anche che lo scambio di denaro debba avvenire con strumenti di pagamento tracciabili (come il bonifico o l’assegno non trasferibile) se la cifra è superiore a 3.000 euro. HAI BISOGNO DEL NOSTRO AIUTO? SCRIVICI ALLO SPORTELLO DEDICATO

Autore: Unione Nazionale Consumatori Data: 5 aprile 2017
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