Bankitalia: spread già costato 1,5 miliardi
L’aumento dello spread è già costato al contribuente quasi 1,5 miliardi di interessi in più negli ultimi sei mesi, rispetto a quanto si sarebbe maturato con i tassi che i mercati si aspettavano ad aprile. Lo ha detto il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Luigi Signorini, in audizione davanti alle commissioni bilancio di Camera e Senato sulla manovra. Il costo sarebbe di oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020, se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati.
L’aumento dello spread sovrano si ripercuote sull’intera economia e la crescita dei tassi di interesse sul debito pubblico ha un effetto in qualche modo comparabile a una stretta monetaria, rischiando di vanificare tutto l’impulso espansivo atteso dalla politica di bilancio. Occorre abbattere lo spread perché i segnali che gli investitori percepiscono sono importanti.
Gli altri livelli di spread non sono coerenti con i fondamentali dell’economia: si determinano per le difficoltà legate all’incertezza dei mercati e degli investitori sugli orientamenti delle politiche. Ridare certezza agli investitori è la via centrale.
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